OSIRIS-REx riceve i suoi tre occhi robotici


Le fotocamere che permetteranno alla sonda OSIRIS-REx della NASA di navigare verso l'asteroide Bennu, mapparlo, atterrarci sopra per prelevare un campione e ripartire verso la Terra hanno raggiunto la sede della Lockheed Martin presso cui la sonda è in costruzione. Le tre fotocamere saranno installate sullo scheletro della sonda a breve.
"È un altro importante passo nei preparativi della missione," commenta Mike Donnelly della NASA. "Con la consegna delle fotocamere alla ditta costruttrice della sonda, abbiamo in mano tutte le nostre camere e spettrometri."
OSIRIS-REx decollerà a Settembre 2016 alla volta dell'asteroide Bennu. Dopo aver raggiunto l'asteroide nel 2018 e prelevato almeno 60 grammi di materiale, la sonda si incamminerà verso la Terra. Il rientro è previsto per il 2023.

La MapCam sarà responsabile della mappatura a colori dell'asteroide. Photo Symeon Platts/UA
La costruzione delle tre fotocamere, note collettivamente come OCAMS, era iniziata quattro anni fa al Lunar and Planetary Laboratory della University of Arizona. "Le fotocamere sono come una vedetta nella coffa," spiega Bashar Rizk dell'UA. "Dovranno osservare Bennu mentre ci avviciniamo, osserviamo ed esploriamo l'asteroide e avvisarci di dove sono situati i pericoli."
La PolyCam è un telescopio di 20 centimetri che inizierà a studiare l'asteroide da 2 milioni di chilometri di distanza. Una volta raggiunta la destinazione, grazie a un complesso meccanismo di messa a fuoco, PolyCam potrà convertirsi in un microscopio, permettendo agli scienziati di valutare da vicino una dozzina di siti candidati all'estrazione del campione.

La SamCam monitorerà l'estrazione e la raccolta del campione per assicurarsi che tutto vada come previsto. Photo Symeon Platts/UA
Anche la MapCam avrà una duplice funzione: oltre a cercare potenziali pericoli, quali piccoli pezzi di roccia in orbita attorno all'asteroide o pennacchi di degassamento, la MapCam sarà deputata alla mappatura a colori dell'intera superficie di Bennu da meno di 5 chilometri di distanza.
L'ultima delle tre, SamCam, verrà attivata solo dopo la selezione del sito di campionatura e servirà proprio a documentare l'estrazione del campione, offrendo una preziosa conferma visiva dell'eventuale buona riuscita delle operazioni. La fotocamera sarà dotata di tre filtri che le permetteranno di monitorare l'evento da meno di due metri di distanza.


"Le tre fotocamere sono diverse tra loro, ma appartengono tutte alla stessa famiglia," spiega Rizk. "Impiegano rilevatori identici - le 'retine' dei loro occhi robotici. Hanno tutte meccanismi operati dagli stessi motori - i 'muscoli' - e si spartiscono lo stesso sistema elettronico, il loro 'cervello'."
"PolyCam, MapCam e SamCam saranno i nostri occhi su Bennu," spiega Dante Lauretta, a capo della missione. "Le OCAMS ci forniranno le immagini necessarie a completare la nostra missione."
"Lo scopo più importante di queste fotocamere sarà massimizzare le probabilità di riportare con successo un campione," prosegue Rizk. "La nostra missione richiede molte attività durante lo stesso viaggio - navigare, mappare, esplorare, selezionare un sito per l'estrazione del campione e prelevarlo. Quando saremo là, avremo bisogno di osservare costantemente ciò che accade sull'asteroide per poter prendere decisioni in tempo reale."
OSIRIS-REx riceve i suoi tre occhi robotici OSIRIS-REx riceve i suoi tre occhi robotici Reviewed by Pietro Capuozzo on 25.8.15 Rating: 5
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