La crisi costringe la NASA a rinunciare a Marte

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Cosa vi aspettate dal futuro dell'esplorazione spaziale? Una colonia di rover su Marte? Centinaia di sonde che orbitano attorno al Pianeta Rosso? L'uomo stesso che passeggia sulla superficie marziana entro il prossimo decennio? Se sono queste le vostre speranze per il futuro, mi sa che dovrete dimenticarle.
Proprio domani, 13 Febbraio 2012, sarà reso pubblico il budget del nuovo anno fiscale della NASA, l'ente spaziale americano. A quanto pare, l'intero programma di esplorazione di Marte – uno dei maggiori successi della NASA – vedrà i suoi fondi venire drasticamente tagliati dall'amministrazione Obama.
Il progetto ExoMars non è da sottovalutare: oltre ad un orbiter che studierà la concentrazione di metano atmosferico nell'intento di trovare tracce di vita, ExoMars porterà sulla superficie del Pianeta Rosso il rover più tecnologicamente avanzato finora costruito, in grado di scavare nella superficie marziana alla ricerca di segni dell'esistenza di esseri viventi su Marte.
Inoltre, ExoMars avrebbe gettato le basi a future missioni spaziali, tra cui una sonda in grado di riportare sulla Terra i campioni prelevati dalla superficie marziana e, naturalmente, una missione con equipaggio umano.
Il programma ExoMars sarà composto da un orbiter (in alto a sinistra) e da un rover (in basso a destra), ma a quanto pare gli USA lasceranno il programma nelle sole mani dell'Europa (© immagine ESA).
«Un annuncio pubblico del ritiro della NASA dal programma ExoMars arriverà probabilmente dopo che sarà resa nota la '2013 Federal Budget Request' del Presidente Obama» ha commentato la BBC.
«Il Presidente Barack Obama proporrà un taglio di 300 milioni di dollari statunitensi nei programmi di scienza planetaria della NASA come parte delle sue richieste all'agenzia per il 2013» ha riferito ScienceInsider, una divisione della rivista Science.
Se queste previsioni fossero vere, il budget della NASA crollerebbe da 1.5 miliardi di dollari a 1.2 miliardi – un taglio di oltre il 20%. Ma, naturalmente, i prossimi anni non promettono meglio.
Di questi 300 milioni, oltre i due terzi sarebbero ricavati dalle missioni d'esplorazione marziana, causandone la diminuzione di circa il 34% dai 580 milioni di dollari di budget di partenza.
A quanto pare, il rover Curiosity non avrà altri 'connazionali' su Marte.
«Il programma marziano è il fiore all'occhiello della NASA» ha commentato Ed Weiler a ScienceInsider. «Non si tratta della direzione delle missioni spaziali, nemmeno della NASA. Si tratta del Paese. Siamo l'unico Paese nel mondo che ha dimostrato che abbiamo le capacità per far atterrare qualsiasi cosa su Marte. Come possiamo permettere che tutto ciò venga messo a repentaglio?»
Weiler è stato il capo delle missioni spaziali scientifiche della NASA, e gode di una carriera all'interno dell'agenzia veramente invidiabile: ben 33 anni di servizio. Ma il 30 Settembre dell'anno scorso, di fronte all'annuncio di questi enormi tagli nei fondi della NASA, si è dimesso.
Ma altri tagli sono già stati eseguiti nell'arco dei mesi scorsi, costringendo la NASA a informare l'ESA che non possedeva i fondi necessari per provvedere al lancio dei razzi vettori Atlas V che avrebbero dovuto far partire il programma ExoMars nel 2016 e nel 2018. Inoltre, i rover che saranno lanciati nel 2018 erano, inizialmente, due, ma ora sono scesi ad un singolo elemento a causa, sempre, dei tagli eseguiti nei mesi scorsi.
La sonda MAVEN (© immagine NASA)
Per ora il programma d'esplorazione marziana americano si concentra (oltre al rover Curiosity) su una sola sonda, MAVEN, che sarà lanciata nel 2013. Ma, naturalmente, anche qui i tecnici di missione hanno dovuto tagliare qualcosa: a differenza del progetto iniziale, infatti, sulla sonda non ci saranno telecamere.
La NASA si trova in una situazione apparentemente senza via d'uscita, in mezzo a missioni sempre più ambiziose e costose e con un budget drasticamente ridotto dai politici che cercano di tagliare il più possibile per riprendersi dalla crisi economica.
Tutti questi tagli al programma d'esplorazione marziana sono indispensabili per consentire la costruzione del James Webb Space Telescope (JWST), il successore di Hubble. Attualmente, il JWST costa quasi tre volte e mezzo il suo predecessore, con un costo di circa 8.7 miliardi di dollari – in continuo aumento.

Fonti
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