«Nella nostra galassia ci sono più pianeti che stelle»
© immagine NASA, ESA, e M. Kornmesser (ESO) |
Sei anni di ricerche e milioni di stelle analizzate con il metodo delle microlenti gravitazionali. Il risultato? «Abbiamo concluso che i pianeti orbitano le stelle come regola, e non come eccezione» ha commentato il team di astronomi internazionali responsabili di questa ricerca. Quando alziamo gli occhi e contempliamo le stelle del cielo notturno, dobbiamo quindi immaginarci che praticamente ognuna di esse possieda dei pianeti che la orbitano.
«Eravamo abituati a pensare che la Terra fosse unica nella nostra galassia» ha commentato Daniel Kubas, autore di un articolo comparso sul giornale di divulgazione scientifica Nature. «Ma ora ci accorgiamo che ci sono letteralmente miliardi di pianeti con masse simili alla Terra che orbitano le stelle della Via Lattea».
Attualmente, siamo a conoscenza di 3035 esopianeti, di cui 2326 sono candidati mentre 709 sono stati confermati (dati Planet Quest/JPL). Il più 'attivo' su questo giovanissimo campo scientifico è indubbiamente il telescopio spaziale americano Kepler, che rileva gli esopianeti misurando regolari abbassamenti nella luminosità della stella, indicando che un pianeta vi è transitato davanti, oscurandone parte del disco. Un altro metodo molto usato consiste nel misurare gli eventuali effetti dell'attrazione gravitazionale esercitata da un pianeta nei confronti della propria stella. Una persona non esperta potrebbe pensare che il metodo più diffuso sia quello di osservare direttamente gli esopianeti. In realtà, questo metodo ci ha consentito di aggiungere solamente quattro o cinque voci alla lista degli esopianeti conosciuti. Questo perché gli esopianeti sono spesso molto lontani e sono paradossalmente oscurati dalla luminosità della loro stella.
Attualmente, siamo a conoscenza di 3035 esopianeti, di cui 2326 sono candidati mentre 709 sono stati confermati (dati Planet Quest/JPL). Il più 'attivo' su questo giovanissimo campo scientifico è indubbiamente il telescopio spaziale americano Kepler, che rileva gli esopianeti misurando regolari abbassamenti nella luminosità della stella, indicando che un pianeta vi è transitato davanti, oscurandone parte del disco. Un altro metodo molto usato consiste nel misurare gli eventuali effetti dell'attrazione gravitazionale esercitata da un pianeta nei confronti della propria stella. Una persona non esperta potrebbe pensare che il metodo più diffuso sia quello di osservare direttamente gli esopianeti. In realtà, questo metodo ci ha consentito di aggiungere solamente quattro o cinque voci alla lista degli esopianeti conosciuti. Questo perché gli esopianeti sono spesso molto lontani e sono paradossalmente oscurati dalla luminosità della loro stella.
Esiste anche un quarto metodo, forse il più preciso di tutti: le microlenti gravitazionali. Questo termine molto complicato indica in realtà un procedimento abbastanza semplice (quantomeno da spiegare): la luce di una stella, passando accanto ad un altro astro più vicino alla Terra, viene amplificato dal campo gravitazionale di quest'ultimo astro. In sostanza, è quando la gravità di una stella 'tira' i raggi di luce emessa da una più lontana, allungandoli. E' lo stesso fenomeno che accade quando osserviamo una stella vicina al Sole (nei rarissimi casi in cui è possibile) nel cielo: ci apparirà spostata di un po'; in sostanza, non ci apparirà nella sua reale posizione nel cielo. Questo, appunto, è causato dal fenomeno delle microlenti gravitazionali
«Abbiamo cercato esopianeti per sei anni» ha commentato Arnaud Cassan dell'Institut de Astrophysique di Parigi. «I nostri dati ci mostrano che, nella nostra galassia, i pianeti sono più comuni delle stelle. Abbiamo anche stabilito che i pianeti più leggeri, come super–Terre o Nettuni freddi, sono più comuni di quelli più grandi».
Le ricerche sono state effettuate grazie ai progetti PLANET (Probing Lensing Anomalies NETwork), OGLE (Optical Gravitational Lensing Experiment) e MOA (Microlensing Observations in Astrophysics), che hanno monitorato milioni di stelle per giorni interi grazie ad un network di osservatorii sparsi per tutto il mondo.
Secondo il team, ci sarebbero la bellezza di 100 miliardi di esopianeti nella nostra galassia che orbitano la propria stella tra i 75 milioni e gli 1.5 miliardi di chilometri di distanza. La massa di questi pianeti è compresa fra 5 volte quella Terra e 10 volte quella di Giove.
Una scoperta rivoluzionaria, che sarà certamente una delle più importanti di quest'anno.
Link Utili
«Nella nostra galassia ci sono più pianeti che stelle»
Reviewed by Pietro Capuozzo
on
12.1.12
Rating: