Cassini riprende su Saturno un temporale che batte ogni record di grandezza (e longevità)
L'équipe internazionale di scienziati che controlla la sonda americana Cassini ha recentemente pubblicato una serie di immagini ottenute ad una distanza di pochi mesi l'una dall'altra che documentano la nascita e la vita di una tempesta incredibilmente vasta che ha imperversato sull'emisfero boreale di Saturno per quasi un anno.
La prima immagine, ottenuta più di un anno fa – il 5 Dicembre 2010 – mostra la tempesta appena nata, che appare come un minuscolo puntino quasi impercettibile all'occhio umano. Ma appena due mesi e mezzo dopo, alla fine di Febbraio di quest'anno, la tempesta avvolgeva già tutto il pianeta.
La prima immagine, ottenuta più di un anno fa – il 5 Dicembre 2010 – mostra la tempesta appena nata, che appare come un minuscolo puntino quasi impercettibile all'occhio umano. Ma appena due mesi e mezzo dopo, alla fine di Febbraio di quest'anno, la tempesta avvolgeva già tutto il pianeta.
La tempesta, che ha raggiunto un'estensione nord–sud di circa 15 mila chilometri, è stata la più grande e violenta mai osservata da una sonda umana sul gigante gassoso famoso per i suoi satelliti. La tempesta è stata inoltre la più vasta che ha preso vita su Saturno negli ultimi due decenni (ha coperto quasi un quinto dell'emisfero boreale) e anche la più longeva: è durata infatti ben 200 giorni, battendo il record di 150 giorni risalente al 1903.
Appena le telecamere ad alta risoluzione di cui la sonda interplanetaria americana è a disposizione hanno fotografato i primi attimi di vita di quello che sarebbe divenuto un temporale colossale, lo strumento Radio and Plasma Wave Science (RPWS) ha immediatamente rilevato l'attività elettrica della tempesta, indicando che si trattava di un temporale di tipo convettivo. La fase attiva del temporale è durata fino a Giugno, ma le nuvole che ha lasciato nell'atmosfera sono visibili ancora oggi.
«Il temporale su Saturno è più come un vulcano che un fenomeno del clima terrestre» ha commentato Andrew Ingersoll, membro del team fotografico di Cassini al California Institute of Technology a Pasadena. «La pressione viene 'costruita' pezzo per pezzo per molti anni prima che il temporale erutti. Il mistero è che non c'è nessun ostacolo che possono resistere alla pressione – o rinviare l'eruzione per qualche anno».
Il team che gestisce le fotocamere a bordo di Cassini ha deciso di dedicare a questo temporale un'intera campagna di monitoraggio, nota come 'Saturn Storm Watch'. Durante questa campagna, i ricercatori hanno monitorato l'evoluzione della tempesta, la velocità dei suoi venti e le altitudini interessate.
La tempesta è apparsa per la prima volta ad una latitudine pari a 35 gradi nord, per poi avvolgersi intorno alla superficie di Saturno, coprendo una regione pari a 5 miliardi di chilometri quadrati. La più grande tempesta che Cassini aveva mai osservato oltre a questa aveva avuto luogo tra il 2009 e il 2010 a latitudini ben diverse, in una regione dell'emisfero australe nota come 'Storm Alley' – letteralmente 'Vicolo delle Tempeste' – per l'alta concentrazione di temporali. Questa tempesta era in realtà un insieme di temporali durati mediamente 5 giorni ciascuno, i quali hanno condizionato solamente il clima a livello esclusivamente locale, e non globale.
«Questa tempesta è un tipo completamente diverso di bestia paragonato a qualsiasi cosa abbiamo mai visto su Saturno finora con Cassini» ha commentato Kunio Sayanagi, anch'esso membro del team che gestisce le fotocamere di Cassini e planetologo all'Università della California, a Los Angeles. «Il fatto che tali fenomeni siano episodici e continuino a prendere luogo su Saturno ogni 20-30 giorni circa ci dice qualcosa sulle estreme profondità del pianeta, ma non abbiamo ancora capito cos'é».
Speriamo che la sonda Cassini durerà ancora a lungo, fornendoci informazioni incredibilmente preziose su uno dei giganti che popolano il nostro sistema solare.
Fonte: JPL Cassini (clicca qui)
Cassini riprende su Saturno un temporale che batte ogni record di grandezza (e longevità)
Reviewed by Pietro Capuozzo
on
17.12.11
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