Opportunity, Endeavour e una roccia molto strana (ed antica)
La roccia Tisdale 2 ripresa da Opportunity durante il 2690° sol della missione (© NASA/JPL-Caltech) |
L'atipicità della roccia è anche dovuta al fatto che poco tempo fa si trovava sottoterra, ma poi un impatto con un asteroide che ha generato un cratere grande quanto un campo da tennis sul bordo di Endeavour l'ha riportata alla luce.
Una immagine di Tisdale 2 ripresa dalla fotocamere microscopica di Opportunity (© NASA/JPL-Caltech/Cornell/USGS/JHUAPL) |
La diversità nei frammenti di Tisdale 2 potrebbe anticipare la scoperta di altri minerali nelle rocce che Opportunity analizzerà nel cratere marziano. Nelle scorse due settimane, i ricercatori hanno usato alcuni specifici strumenti sul braccio robotico del rover per identificare gli elementi presenti sulla roccia. Gli scienziati hanno inoltre usufruito della fotocamera microscopica e di diversi filtri della sua camera panoramica per studiare meglio la roccia.
Osservazioni eseguite da altre sonde hanno alimentato l'ipotesi che le rocce sui bordi di Endeavour risalgano ai primi capitoli della storia del Pianeta Rosso, e che potrebbero includere materiali argillosi che si formano in condizioni più umide e meno acide, possibilmente più favorevoli allo sviluppo di forme di vita.
La mappa del bordo del cratere Endeavour raggiunto da Opportunity (© NASA/JPL-Caltech/University of Arizona) |
«Abbiamo un rover veterano ancora in buona salute per aver lavorato 30 volte di più rispetto a quanto pianificato» ha detto John Callas, il project manager di Opportunity al Jet Propulsion Lab a Pasadena, in California. «Nonostante ciò, in qualsiasi momento, potremmo perdere un componente vitale o un sistema essenziale del rover, e la missione finirebbe. Oppure, potremmo ancora usare le capacità del rover per anni. Ci sono miglia di eccitante geologia da esplorare al cratere Endeavour».
Dopo 7 anni e mezzo, la parte più bella di questa incredibile missione sta per arrivare.
Fonte: NASA.gov
Opportunity, Endeavour e una roccia molto strana (ed antica)
Reviewed by Pietro Capuozzo
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