Anomalie chimiche in un piccolo ammasso stellare
Una nuova ricerca condotta da un gruppo di astronomi italiani ha portato all'individuazione di una serie di anomalie chimiche in un piccolo ammasso globulare. Il risultato promette di far luce sui meccanismi di formazione di questi complessi sistemi stellari.
I ricercatori hanno studiato NGC 6362, un ammasso globulare distante 25 mila anni luce dalla Terra. Formatosi 13.5 miliardi di anni fa, l'ammasso vanta una popolazione stellare che ammonta a 50 mila masse solari. Prima d'oggi, le anomalie chimiche che lo caratterizzano non erano mai state osservate in un ammasso così poco massiccio. La presenza di queste anomalie suggerisce che i meccanismi alla base della formazione degli ammassi globulari siano più complessi di quanto si creda.
I ricercatori hanno studiato NGC 6362, un ammasso globulare distante 25 mila anni luce dalla Terra. Formatosi 13.5 miliardi di anni fa, l'ammasso vanta una popolazione stellare che ammonta a 50 mila masse solari. Prima d'oggi, le anomalie chimiche che lo caratterizzano non erano mai state osservate in un ammasso così poco massiccio. La presenza di queste anomalie suggerisce che i meccanismi alla base della formazione degli ammassi globulari siano più complessi di quanto si creda.
L'individuazione delle anomalie chimiche è stata effettuata tramite lo spettrografo FLAMES del Very Large Telescope in Cile. Lo strumento ha consentito ai ricercatori di ottenere gli spettri di oltre 200 stelle giganti e derivare la distribuzione del ferro e del sodio nell'ammasso. FLAMES è in grado di ottenere informazioni spettrali ad alta risoluzione lungo un'area celeste di 25 minuti d'arco di diametro, coprendo in media 140 stelle a ogni scatto.
"Nel caso di NGC 6362, abbiamo analizzato gli spettri di più di duecento stelle giganti nei pressi dell'ammasso in modo da individuare i membri stellari dell'ammasso grazie al loro moto e alla loro composizione chimica," ha spiegato Alessio Mucciarelli dell'Università di Bologna, che ha guidato il gruppo di ricercatori. Delle oltre duecento stelle analizzate, gli scienziati hanno calcolato che 160 appartenevano all'ammasso. "Questo studio è parte di un più ampio progetto mirato a ottenere una descrizione completa di questo ammasso in termini di proprietà fotometriche, composizione chimica e cinematica."
Quella pubblicata dai ricercatori è la prima caratterizzazione chimica dell'ammasso. L'elevata risoluzione spettrale di FLAMES ha permesso ai ricercatori di mappare le variazioni nella distribuzione del sodio da stella a stella. La conclusione a cui sono giunti gli astronomi è che questo piccolo ammasso presenta le stesse anomalie chimiche individuate in precedenza in ammassi ben più massicci, suggerendo scenari di formazione ed evoluzione simili.
"NGC 6362 è il meno massiccio ammasso globulare in cui sono state individuate anomalie chimiche negli elementi più leggeri, come sodio e ossigeno," prosegue Mucciarelli.
Un altro risultato è stata la conferma che anche ammassi globulari così piccoli sono in grado di generare stelle ricche di sodio. Inoltre, la presenza di queste anomalie chimiche potrebbe aiutare gli scienziati a tracciare un confine preciso tra ammassi globulari e ammassi aperti: questi ultimi, più di un intero ordine di grandezza meno massicci degli ammassi globulari, non presentano le anomalie chimiche osservate in NGC 6362 e altri ammassi.
"Questo interessante oggetto ha ancora molti segreti da rivelare," conclude Mucciarelli. "Stiamo programmando nuove osservazioni per studiare la cinematica di NGC 6362 in modo da fornire una caratterizzazione completa delle sue popolazioni stellari in termini di fotometria, chimica e dinamica."
Photo Credit: ESO
Anomalie chimiche in un piccolo ammasso stellare
Reviewed by Pietro Capuozzo
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25.4.16
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